L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce prematuro il bambino che nasce prima della 37° settimana di gestazione.
Secondo le ultime stime della SIN (Società Italiana di Neonatologia) nel 2016 in Italia sono nati 32 mila bambini prematuri ovvero circa il 7% dei 474.000 nati ( Cedap/Istat).
I neonati vengono distinti in base:
1) all’età gestazionale alla nascita in:
prematuri liev: bambini nati tra la 32° e la 37° settimana che rappresentano circa l’84%
prematuri moderati: bambini nati tra la 28° e la 32° settimana che rappresentano circa il 10%
prematuri gravi: bambini nati tra la 23° e la 28° settimana che rappresentano circa il 6%
2) al peso alla nascita:
Neonati LBW (Low Birth Weight), il cui peso alla nascita è compreso tra 1501 e 2500 gr.
Neonati VLBW (Very Low Birth Weight) il cui peso alla nascita è < 1500 gr
Neonati ELBW (Extremely Low Birth Weight) il cui peso alla nascita è < 1000 gr
La sopravvivenza e la morbilità di questi bambini è inversamente proporzionale all’ EG perché prima nascono i nostri piccoli pazienti maggiore è l’immaturità di tutti gli apparati (respiratorio, cardiocircolatorio, immunitario e neurologico) e la gravità delle patologie connesse.
Quali sono le problematiche più frequenti di un bambino prematuro?
·Alterazioni della termoregolazione: i prematuri hanno difficoltà a mantenere una temperatura corporea costante e per tale motivo sin dalla nascita è necessario porli in un ambiente protetto a temperatura controllata come l’incubatrice
·Insufficienza respiratoria: questa è dovuta ad un’immaturità strutturale e funzionale del polmone (deficit di surfattante, cedevolezza della gabbia toracica, immaturità del centro del respiro) che può richiedere una assistenza respiratoria di tipo invasivo (intubazione oro-tracheale) o non invasivo (nasocannule) e la somministrazione di ossigeno a concentrazione maggiore di quella dell’aria ambiente.
L’esito più frequente dell’insufficienza respiratoria, in genere tipica dei neonati più piccoli ed immaturi, è la broncodisplasia polmonare. Questa rappresenta una patologia cronica del polmone che a volte può richiedere supporto ventilatorio ed ossigenoterapia anche domiciliare con ricadute frequenti in coincidenza di infezioni respiratorie.
·Pervietà del dotto arterioso di Botallo che non si chiude spontaneamente alla nascita, come in tutti i neonati, e può complicare il quadro respiratorio con la necessità a volte di chiusura farmacologica o in rari casi chirurgica.
· Infezioni: possono essere di origine materna (spesso causa dello stesso parto pretermine) o correlate all’assistenza. I neonati prematuri hanno un rischio maggiore di contrarre infezioni a causa dell’immaturità del sistema immunitario e della necessità, per permettere la loro sopravvivenza, di una serie di procedure invasive.
·Disturbi alimentari: anche se la capacità di suzione del neonato compare dopo la 32° settimana questo non impedisce di alimentare i nostri piccoli pazienti il più precocemente possibile con il latte, preferibilmente della propria mamma, tramite l’introduzione di un sondino oro-gastrico (gavage a caduta). Questa metodica permette, somministrando anche piccole quantità di latte, la stimolazione del tratto gastro-enterico e un più rapido incremento delle quantità con una riduzione dei giorni di nutrizione parenterale.
·Ittero: patologia comune in epoca neonatale (anche dei neonati nati a termine) consiste in un aumento eccessivo della bilirubina, responsabile del colorito giallastro della cute e delle sclere, che viene trattata con la fototerapia.
·Anemia: è una delle complicanze più frequenti dei neonati estremamente prematuri. E’ principalmente legata ai numerosi prelievi a cui questi piccoli sono necessariamente sottoposti ma correlata anche alla immaturità del midollo con ridotta risposta della produzione di globuli rossi alle aumentate richieste. La terapia consiste in somministrazione precoce di integratori quali ferro e vitamine; in alcuni casi è però necessario ricorrere alla trasfusione di emazie concentrate.
·Retinopatia della prematurità: è una patologia dell’occhio dovuta ad un’alterata risposta dello sviluppo vascolare retinico a stimoli ipossici ed iperossici che provoca, se non trattata, una crescita anomala dei vasi con complicanze anche gravi (distacco di retina, cecità). La sua incidenza e quella delle complicanze si è andata riducendo negli anni grazie al miglioramento delle tecniche assistenziali e ai possibili interventi di laser terapia.
·Problemi neurologici: nei neonati al di sotto della 32° settimana di EG il rischio di patologie emorragiche o ipossico-ischemiche cerebrali rimane ancora alto a causa dell’immaturità del sistema di autoregolazione del flusso ematico cerebrale e della fragilità di alcune strutture encefaliche. La prognosi in termini di esiti neurologici varia in base alla gravità del danno e solo interventi riabilitativi precoci possono permettere di migliorarla.